Aprire in proprio un pastificio di pasta fresca è una soluzione possibile e interessante nel panorama delle attività avviabili in proprio.

Nonostante la concorrenza operata dalla grande distribuzione organizzata infatti, sono sempre di più le persone che preferiscono rivolgersi ai piccoli negozianti o alle aziende a conduzione famigliare.

Una scelta a volte obbligata, dettata dall’insoddisfazione verso la qualità offerta dalla produzione industriale.

Per iniziare parliamo della conoscenza. Fare il pastaio non è un’attività complicata ma occorre comunque una conoscenza di base, una certa abilità, talento e volontà.
Inoltre, se è vero che fare la pasta non è complicato, è invece vero che per farla davvero buona bisogna sapere quello che si fa.

Una buona idea è quindi quella di passare qualche tempo in un pastificio artigiano per apprendere almeno le basi e la forma mentale necessarie al mestiere e, magari, seguire anche qualche corsi di formazione sull’argomento, corsi che vengono normalmente erogati da aziende private, pubbliche e, molto spesso, anche dalle stesse aziende che producono i macchinari necessari.

Per avviare l’attività sono necessari pochi adempimenti burocratici; la comunicazione di inizio attività, l’apertura di una partita IVA relativa all’esercizio, e l’iscrizione all’albo degli artigiani di settore.

Dopo ciò, occorre solo l’autorizzazione sanitaria da richiedere alla ASL e che verrà rilasciata previo sopralluogo (attenzione quindi a non chiederla troppo tardi o troppo presto, dato che anche i macchinari dovranno essere ispezionati per certificare che siano congruenti alle norme igienico sanitarie regionali e nazionali).

Per la scelta del locale occorre farsi prima qualche domanda (e qualche conto in tasca) sulla quantità di basta che intendiamo produrre. La metratura del locale infatti incide molto sulla quantità e dimensione dei macchinari utilizzabili, incidendo quindi nettamente sulla massima capacità produttiva del novello pastificio.

Una metratura intorno ai 60 metri quadri è abitualmente sufficiente ad una produzione giornaliera intorno ai 50 Kg di pasta, mentre con 80 metri quadri potremo arrivare anche a 200 Kg di pasta prodotta.

Per l’acquisto dei macchinari, l’investimento iniziale, in caso di acquisto di attrezzature nuove, si aggira intorno ai 60.000 euro, ma la cifra può calare anche di parecchio se invece si decide di stare, almeno per i primi tempi, su strumenti usati (che ovviamente dovranno comunque essere di ottima qualità e revisionati completamente per l’occasione).

A questo punto il successo della nuova impresa dipenderà unicamente dalla capacità dell’imprenditore di offrire prodotti e servizi di qualità ed originali.

Una idea può essere, ad esempio, quella di fornire alimenti per celiaci o per le più diffuse forme di intolleranza alimentare.

I disordini di questo tipo sono in costante aumento, mentre la risposta della grande distribuzione e della produzione industriale stenta ad adeguarsi alle esigenze di queste fasce di popolazione.

Anche la produzione di piatti pronti o solo da cucinare è destinata ad incontrare i favori di un pubblico ormai sempre più costretto nei tempi e che quindi vedrà sicuramente di buon occhio un’eventuale offerta di piatti come i cannelloni, le lasagne o altre pietanze gratificanti per il palato che necessitano solo di essere cotte.

Di Guglielmo Guzzo

Amo bloggare su ciò che trovo interessante e utile. Sono un appassionato di cinema confessato e un buongustaio che ama viaggiare.